L’immaginario fantastico della Valle del Fersina
La Valle del Fersina, che ospita dal Trecento la comunità germanofona mòchena, possiede un’ampia documentazione di fiabe e leggende che anche oggi continua a costituire una fonte di ispirazione.
La Valle del Fersina, che ospita dal Trecento la comunità germanofona mòchena, possiede un’ampia documentazione di fiabe e leggende che anche oggi continua a costituire una fonte di ispirazione.
Tra Ottocento e inizi del Novecento, diversi esponenti del movimento di raccolta di fiabe e leggende, spesso legati al mondo tedesco, si interessano alla valle non solo dal punto di vista delle fiabe, ma anche per le sue connotazioni linguistiche. In alcuni casi, questi studiosi sono motivati da questioni di tipo nazionale, individuando nel patrimonio orale un sostrato unitario che caratterizzerebbe il “Volk”, il popolo tedesco, in tutti i territori popolati da comunità germaniche. Pur essendo presente al tempo un patrimonio fiabistico locale, come si evince dalla presenza di temi simili nelle vallate circostanti, non è ancora chiarita del tutto l’influenza che questi studiosi ebbero nell’importare motivi esterni.
Questi primi nuclei di raccolta vengono successivamente integrati dall’etnografo Giuseppe Šebesta, che tra gli anni ‘40 e ‘60 portò avanti un’importante campagna di ricerca, integrando le raccolte dei precedenti rilevatori con un notevole corpus di informazioni. Nella pubblicazione del 1973, Fiaba-leggenda dell’alta valle del Fersina, Šebesta raggruppa i racconti in nuclei tematici e correda il volume con testi critici volti a individuare corrispondenze con altri territori ed epoche antiche, ricercando le possibili origini dei temi tramite supporti di tipo mitologico e mitico. Ciò che Šebesta non prende in considerazione sono le circostanze sociali in cui vengono raccontate le storie che raccoglie: momenti in cui i narratori riescono a radunare attorno a sé gruppi di persone grazie alla loro capacità di rielaborare le storie, aggiungendo particolari e riadattando i contenuti. Una ricognizione in questo senso è attualmente in atto, nel tentativo di ricostruire le situazioni di trasmissione del patrimonio orale, delle quali c’è ancora ricordo.
Oggi questo patrimonio orale, pur non più trasmesso secondo le modalità tradizionali, conserva una sua potenza e viene rielaborato attraverso diverse forme. Si può ancora riscontrare, all’interno della parlata mòchena, un continuo ricorso a metafore e modi di dire che hanno a che vedere con le figure fantastiche. Per quanto la trasmissione orale del patrimonio legato all’immaginario abbia subito una inevitabile frattura, si nota quindi una continuità nella rielaborazione delle figure e dei temi legati al fantastico, che non smettono di suggestionare e influenzare la cultura di oggi. Di seguito indichiamo alcuni esempi:
- Il cortometraggio "De Graustana va Kisereck", di Elisa Pompermaier, 1° premio al concorso Filmer del Bersntoler Kulturinstitut, 2021: mediateca.kib.it/video/De-Graustana-va-Kisereck-Elisa-Pompermaier.page
- Il cortometraggio "De beil ist de boret", di Elisa Pompermaier, 1° premio al concorso Filmer del Bersntoler Kulturinstitut, 2025: mediateca.kib.it/video/De-beil-ist-de-boret-Elisa-Pompermaier.page
- La graphic novel "De Graustana va Kisereck, fiaba della narrazione popolare trentina", di L. Zuppardi, 2006: www.bersntol.it/Risorse/Pubblicazioni/Piacher-za-verkaven-Pubblicazioni-in-vendita/De-Graustana-va-Kisereck
- Il libro illustrato "Va Rumpltol en Kaneitsch", a cura della Scuola elementare di Fierozzo / Earsteaschual va Vlarotz, 2010: www.bersntol.it/Risorse/Pubblicazioni/Per-i-piu-piccoli/Va-Rumpltol-en-Kaneitsch (disponibile anche l'audiolibro al link mediateca.kib.it/rumpltol.page)